IL MOVIMENTO AMO LO STRETTO…NO AL PONTE
Il
movimento
"…AMO
LO
STRETTO
NO
AL
PONTE…"
nasce
nel
2006
a
Villa
San
Giovanni,
da
un
gruppo
di
ragazzi
i
quali,
ormai
stanchi
delle
troppe
bugie
e
inesattezze
propagandate
dai
media
locali
e
nazionali,
e
soprattutto
dall'info-point
della
società
"Stretto
di
Messina",
hanno
deciso
di
creare
un
libero
movimento
di
"controinformazione"
finalizzato
a
fornire
alla
cittadinanza
i
veri
dati
sulla
scellerata
opera
del
ponte
sullo
Stretto.
In
poco
più
di
un
mese
abbiamo
attivato
un
sistema
di
cooperazione
con
altre
realtà
locali
riuscendo
a
raccogliere
migliaia
di
firme
contro
la
realizzazione
del
ponte.
I
nostri
appuntamenti
-
che
hanno
avuto
in
alcuni
momenti
il
ritmo
di
uno
a
settimana
-
erano
accompagnati
dalla
distribuzione gratuita di prodotti tipici della nostra terra (nell'ottica "pensa globale, consuma locale").
Da
sempre,
il
movimento
si
trova
in
perfetta
simbiosi
con
l'associazione
culturale
BandaFalò,
diventandone
parte
integrante circa quattro anni fa.
Come
movimento
abbiamo
partecipato
a
tutte
le
manifestazioni
di
protesta
contro
la
realizzazione
della
maxi-opera,
da
Reggio Calabria, a Messina, a Roma, non facendo mai mancare il nostro apporto.
La
realizzazione
del
ponte
sarebbe
una
catastrofe
non
solo
per
la
già
misera
economia
locale
ma,
in
senso
non
troppo
lato,
anche
per
la
salute
dei
cittadini,
vittime
di
livelli
di
inquinamento
atmosferico
ed
acustico
insostenibili,
dovuti
all'incredibile
quantità
di
materiali
che
verrebbe
depositata
nei
numerosissimi
cantieri
a
cielo
aperto
e,
soprattutto,
all'infinita
durata
dei
lavori
che
graverà
sulle
spalle
dei
cittadini
stessi.
Per
non
parlare
dei
danni
all'ambiente,
alla
flora
ed
alla
fauna
di
uno
dei
mari
più
belli
del
pianeta,
e
dei
più
ricchi
quanto
a
numero
di
specie
ed
ecosistemi
presenti
nello
stretto.
La
tecnologia
moderna
non
è
ancora
in
grado
di
costruire
un
ponte
a
campata
unica
lungo
più
di
3
km,
in
una
zona,
peraltro,
ad
alta
sismicità
e
sferzata
da
forti
venti
tutto
l'anno.
Se
si
riuscisse
a
farlo,
crollerebbe
dopo
una
settimana!!!
"Bene"
che
vada,
verranno
lasciate
enormi
quantità
di
cemento
e
ferro
sulle
nostre
spiagge,
verrà
distrutta
qualche montagna per prenderne la terra per i lavori e saranno prosciugate le poche riserve idriche dei nostri acquedotti.
Alziamo
la
testa
contro
le
decisioni
imposte
dall'alto,
che
vanno
contro
la
vita,
il
lavoro,
la
salute
di
molti,
per
il
bene
avido
di
pochi.
Fermiamo
l'enorme
flusso
di
soldi
pubblici,
finora
bruciati
in
pubblicità,
consulenze
ed
inutili
progetti.
Diamo
un
valido
futuro
a
questa
terra,
sostenendo
una
bioedilizia
ecosostenibile
improntata
sul
rispetto
del
pianeta
e
delle
risorse
naturali, un'economia basata su turismo, artigianato e agricoltura sostenibili e di qualità.
Queste sono le risorse che noi abbiamo nei tanti borghi bellissimi e nascosti della nostra terra.
I
posti
di
lavoro
devono
essere
autentici,
non
ingannevoli
promesse,
stabili
e
non
precari,
utili
e
quindi
senza
sprechi:
NO
al ricatto occupazionale!
Lo
stesso
impegno
lo
mettiamo
a
disposizione
di
altre
cause,
altre
vertenze:
purtroppo
si
parla
anche
di
carbone,
nucleare,
rigassificatori
ed
inceneritori.
Sia
ben
chiaro
che
lo
scenario
energetico,
ambientale
e
infrastrutturale
del
paese
è agli antipodi del nostro modello di società e di sviluppo; giammai permetteremo che a questa terra venga fatto del male.
I
diritti
sanciti
dalla
costituzione
per
tutti
noi,
sono
tali
se
vengono
rispettati.
Se
così
non
fosse,
non
varrebbero
niente,
e
sarebbero solo parole, parole, parole…
Francesco Talia
Bandafalò...
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